Nome d'arte di Margarethe «Gritli» S., attrice austriaca. Figlia d'arte, sin da giovanissima rivela un forte talento drammatico che, dopo gli studi di recitazione, la fa avvicinare al palcoscenico. Bionda, minuta, aria affranta e desolata, esordisce sul grande schermo agli inizi degli anni '40, ma a causa della guerra il primo successo arriva soltanto nel 1954 con l'intenso ruolo del medico tedesco catturato dai partigiani nell'antimilitarista L'ultimo ponte (1954) di H. Käutner, con cui vince la Palma d'oro a Cannes. Due anni dopo viene premiata a Venezia come protagonista dello zoliano Gervaise (1956) di R. Clément, senza dubbio la sua migliore interpretazione, che le dona fama internazionale. Nelle pellicole successive, ormai imprigionata nel cliché della donna lacrimosa, è la disperata innamorata del dostoevskiano Le notti bianche (1957) di L. Visconti e la giovane guarita dalla cecità nel western L'albero degli impiccati (1959) di D. Daves. Dagli anni '60, la sua carriera entra in declino e rivolge la sua attenzione alla televisione. Sorella dell'attore e regista M. Schell, ha passato i suoi ultimi anni fra depressione, alcolismo e solitudine.